L’attuale scenario geopolitico e il rialzo dei tassi di interesse, ha generato un diffuso clima di incertezza e un conseguente atteggiamento attendista rispetto a tutti gli investimenti con un orizzonte temporale di medio-lungo termine: il real estate ha subito in misura più contenuta gli effetti di tale congiuntura grazie al suo essere anticiclico e all’ingente mole di risorse destinata al rilancio del settore delle costruzioni, di cui ha beneficiato in generale l’economia incentrata sull’edificio.
La percezione globale degli investitori immobiliari, rilevata da Knight Frank, ha evidenziato nell’ultimo trimestre del 2022 un calo del 2,55% del Sentiment Index rispetto al trimestre precedente, anche se è cresciuta l’attenzione verso gli edifici che posseggono una certificazione di sostenibilità ed è alto l’interesse nei confronti degli investimenti alternativi. Quindi, data la scarsa elasticità dell’offerta, tipica del settore immobiliare, ci si attende un generalizzato allungamento dei tempi medi di vendita causato dalla reticenza al repricing operata dalla parte venditrice; naturalmente all’interno delle varie asset class il panorama è molto differenziato e sicuramente saranno premiati i prodotti core sempre più rari.
Ne parla Daniela Di Perna Senior Director di AxiA.RE, la business unit Valuation di RINA Prime Value Services, su Espansione.